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Una passeggiata nel centro antico di Guardia Sanframondi vi offrirà l’opportunità di scoprire un’architettura ricca e interessante che trova espressione nelle decorazioni degli antichi palazzi, nella bellezza delle sue tante chiese e si arricchisce di scorci di panorama unici.
Case e stradine, fontane e piazzette danno un senso di antichità e placano lo spirito dalla chiassosa modernità.
Sfiora l'immagine e scopri le meraviglie del nostro Paese

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Il Castello Normanno La Chiesa di San Sebastiano Museo delle Farfalle Chiesa dell'Ave Gratia Plena Chiesa di San Rocco Basilica Santuario dell'Assunta Il Ponte Ratello Pinacoteca Museo Fontana del Popolo Fontana della Portella Fontana Piazza Antica

Il Castello Normanno

Il Castello Normanno di Guardia Sanframondi risale al XII secolo e siede sulla sommità del centro urbano. Originariamente munito di mura fortificate, di torri di controllo e di un fossato, fino al XV secolo doveva essere una splendida residenza. Il visitatore che vi giunge è affascinato dall’immensità della vista che si gode da quassù, un luogo ideale per una veduta d’insieme della valle e del non lontano Monte Taburno.

La Chiesa di San Sebastiano

La Chiesa di San Sebastiano è una delle gemme più preziose del patrimonio culturale di Guardia Sanframondi. Risalente al XVII secolo, è uno scrigno di tesori inestimabili, come i finissimi stucchi di Domenico Antonio Vaccaro e la magnifica volta affrescata da Paolo De Matteis, discepolo di Luca Giordano.

Museo delle Farfalle

Il Museo delle Farfalle è una importante collezione di farfalle donata nel 1990 al Comune di Guardia Sanframondi dagli eredi dell'avv. Pascasio Parente, appassionato entomologo, il quale raccolse durante tutta la sua vita, con pazienza certosina, esemplari di farfalle provenienti da tutti i continenti, classificandole e conservandole. La raccolta è costituita da oltre mille esemplari e "può essere considerata unica al mondo e punto di riferimento di entomologi collezionisti" come ebbe a dire lo studioso Domenico Franco.

Chiesa dell'Ave Gratia Plena

Fu la prima chiesa di Guardia Sanframondi ad essere costruita nella limitata cerchia dell’abitato più antico, ed è stata, fino a quando vi si sono celebrate le funzioni religiose, una delle più importanti e frequentate del paese.

Edificata agli inizi del XV secolo come una piccola cappella, vi erano annessi un ospedale ed un brefotrofio.

Ingrandita già nel 1511 e caduta in seguito al terremoto del 1688, venne ricostruita subito nella struttura in cui si presenta, a navata unica ed a forma rettangolare, con un pregevole soffitto ligneo a riquadri dorati ed intagliati.

Caratteristici risultano il “Cappellone” (l’antica chiesa) ed i resti di alcuni altari laterali in marmo.

Sull’altare Maggiore, in  marmo policromo, campeggiava, fino all’inizio dei lavori di ristrutturazione, una stupenda tela raffigurante l’Annunciazione, opera del pittore Paolo De Matteis, che oggi è custodita altrove.

A sinistra della porta d’ingresso della Chiesa si eleva un alto e slanciato campanile in pietra lavorata, alla cui base sono scolpiti due leoni.

Caratteristici sono i sei finestroni campanari e la cupola ricoperta di maioliche colorate.

Da sempre ed ancora oggi è luogo di raduno, di partenza e di ritorno per il corteo dei penitenti del Rione Piazza durante i Riti Settennali in onore di Santa Maria Assunta.

Chiesa di San Rocco

La chiesa, che oggi risulta chiusa al culto per problemi di staticità, fu edificata nel 1575 in questo luogo del Rione Croce, ai margini del centro abitato di allora, per iniziativa degli abitanti in seguito all’imperversare di una pestilenza.

Per questo motivo fu deciso di dedicare il tempio sacro a San Rocco, riconosciuto da tutti il santo liberatore della peste e di ogni tipo di epidemie contagiose.

In seguito, con il cessare delle pestilenze e con il crescere ed il progredire della gente del rione, la chiesa fu importante centro di fede.

Il sacro edificio, che esternamente si presenta imponente, sul basamento dal quale si eleva la sua inusuale forma slanciata a pianta ottagonale ed a cui si accede tramite una singolare gradinata, fu arricchito ed abbellito, al suo interno, di ornamenti e di varie opere d’arte.

Pregevoli si presentavano gli stucchi che ricoprivano la volta a cupola e uno straordinario effetto producevano le tele, oggi rimosse, che ornavano i due altari laterali e quello centrale, dedicato a San Rocco, e che risultano di particolare valore artistico, oltre ad essere alcune delle opere più significative del noto pittore Paolo De Matteis.

Ancora oggi, e forse dall’inizio della sua costruzione, la Chiesa è il punto di riferimento degli abitanti del Rione Croce in occasione dei Settennali Riti di Penitenza il onore dell’Assunta.

Basilica Santuario dell'Assunta

La Basilica di S.Maria Assunta e S.Filippo Neri, l’unica chiesa parrochiale, nella sua cornice barocca evidenzia ancora una lontana cultura romanica, offuscata da stratificazioni varie ma mai distrutta, come testimoniano la struttura dell’abside in conci non squadrati, le colonne in pietra all’interno e gli eleganti rosoni sulla facciata.

Non si hanno notizie certe sulla sua origine ma gli elementi architettonici emergenti fanno risalire questo monumento al secolo XVII (l’mpianto risale però certamente ad epoca precedente).

La Chiesa, a croce latina, è a tre navate con quattro archi laterali sorretti da cinque colonne di pietra, l’arco trionfale e il transetto con tre cappelle in corrispondenza di ciascuna delle navate dedicate al SS.Sacramento, all’Assunta e a S.Filippo.

Mentre le navate laterali sono coperte con volte a botte lunettata, quella centrale ed il transetto sono coperti da capriate in legno con controsoffitto ligneo a riquadri dorati ed in parte intagliati. Questa controsoffittatura risale alla seconda metà del Settecento. Le raffigurazioni si rifanno ai culti presenti a Guardia.

Gli stucchi barocchi della navata centrale risultano di una grande compostezza, mentre quelli delle cappelle di S. Filippo e del Crocifisso (nove in tutto sono le cappelle) si presentano più ricchi per i disegni e le decorazioni

Anche dopo i lavori di consolidamento e di restauro – la chiesa è stata chiusa moltissimo tempo e riaperta al culto solo il 24 luglio 1982 – si notano nelle murature e nelle colonne, quelle di sinistra, i cedimenti e gli slittamenti verificatisi nel corso degli anni. Nell’intervento di recupero dell’intera struttura si è prima consolidato il terreno delle fondamenta e poi si sono rinforzate le strutture verticali. Per le capriate è stato operato il completo rifacimento e lo stesso soffitto ligneo ha una nuova struttura portante indipendente in acciaio.

Slanciato, pieno di luce, senza inutili appesantimenti di eccessive decorazioni, oggi il Santuario si presenta quasi stilizzato nella sua semplicità.

L’abside è tutta occupata dal baldacchino settecentesco al centro del quale è collocata la nicchia della Assunta per la quale i guardiesi, e non solo loro, hanno tanta devozione che culmina nelle famose processioni di penitenza rivissute ogni sette anni.

Questo tempio sacro, nel quale si conserva la statua lignea venerata col titolo di Assunta, è stato, prima, dichiarato Santuario Mariano da Mons. Salvatore Del Bene, Vescovo della Diocesi di Telese Cerreto Sannita, il 7 dicembre 1955. Successivamente l’Ordinario della Diocesi di Cerreto- Telese-Sant’Agata dei Goti, Mons. Felice Leonardo, il 7 dicembre 1988, l’ha elevato a Basilica Minore Pontificia. In occasione dell’Anno Santo del 2000, dichiarato da S.S. Giovanni Paolo II, la chiesa è stata inserita nel circuito dei luoghi giubilari voluti dalla Regione Campania e il Vescovo Mons. Michele De Rosa l’ha resa luogo giubilare della Diocesi per tutto l’anno 2000.

Il Ponte Ratello

Il Ponte Ratello è un luogo perfetto per ammirare l’architettura urbana che si confonde con il paesaggio che circonda Guardia. Il suono dell’acqua della cascata e il silenzio che circonda questi luoghi hanno spesso ispirato artisti e viandanti.

Pinacoteca Museo

Presso la Casa Comunale, una piccola e preziosa pinacoteca delle tante opere che Paolo De Matteis ha creato per questa piccola cittadina, a testimonianza della sua ricchezza e della sua colta spiritualità.

Fontana del Popolo

Imponente monumento voluto dal popolo, come ricorda l’iscrizione ben visibile posta nella parte centrale, fu eretto nel 1886 su progetto e disegno dell’ingegnere Ciriaco Parenti di San Lorenzo Maggiore.

Costruito in pietra bianca locale da maestranze sicuramente locali, ha assolto da sempre, e fino ad anni non molto lontani, alla funzione di fontana, bene indispensabile per le necessità domestiche per casalinghe e massaie  e refrigerio per uomini assetati,  ed alla funzione di abbeveratoio, ristoro ricercato dagli stanchi animali da trasporto.

È composta nella parte inferiore da una vasca, posta su un basamento, in cui si riversano tre getti d’acqua fuoriuscenti da elementi decorativi: il getto centrale esce da un mascherone in cui risultano scolpiti a rilievo due serpenti intrecciati sormontati da una conchiglia; i due getti laterali escono invece da mascheroni che riproducono semplici conchiglie. La parte superiore è formata da una struttura massiccia, divisa in senso verticale in tre parti e racchiusa tra lesene con capitelli in stile ionico, che presenta nel punto terminale una trabeazione trasversale racchiusa da due cornicioni e divisa pure in tre parti: in quelle laterali, là dove una volta erano posti due orologi idraulici, campeggiano gli stemmi dei Sanframondo e dei Carafa, famiglie nobili che hanno tenuto in feudo il paese; in quella centrale è apposta l’iscrizione che ricorda la costruzione della struttura.

Fontana della Portella

In questo piccolo piazzale in cui confluiscono Via Portella e Via Filippo De Blasio, ai piedi dell’enorme masso su cui sorge il Castello medievale, addossata alla parete rocciosa, è stata eretta, tra il XVI ed il XVII secolo, l’artistica Fontana della Portella.

La struttura si presenta stupenda nel materiale in cui è lavorata, la pietra bianca locale, e nella sua semplice e robusta fattura.

Su un basamento con modanatura centrale concava e lavorata a toro, specialmente nella parte superiore, è posta una monolitica vasca, pure modanata nella parte superiore, in cui ricade l’acqua delle due cannelle. I getti fuoriescono dalla bocca di due mascheroni a rilievo che hanno l’aspetto di teste d’angelo fornite di ali nella metà parte inferiore. Esse occupano lo spazio centrale dei due riquadri da cui è formato il frontale della fontana. I due riquadri, delimitati da listelli verticali lineari, sono sovrastati da due cornici orizzontali a sbalzi, sempre più accentuati verso la parte superiore, che risultano separate da un fascione orizzontale che fa da fregio. Sopra la seconda cornice campeggia, in posizione centrale e pure lavorato a sbalzo, lo stemma del paese

Fontana Piazza Antica

La fontana riempie, nelle sue sobrie linee classicheggianti esaltate dalla locale pietra bianca con cui è stata eretta, l’angusto largo in cui è ubicata.

Addossata alla parete di una abitazione privata, è formata da una pedana su cui si erge un basamento squadrato e delimitato da listelli ad angolo retto. Sul basamento è adagiata un’ampia vasca costituita da due blocchi suturati quasi centralmente e  modanata a toro sporgente nella parte superiore.

Sul bordo interno della vasca si eleva il corpo di una struttura lineare, formata da blocchi squadrati di pietra, nella parte inferiore della quale sono scolpiti ad altorilievo, in tre distinti blocchi, due rosoni laterali e la testa di una figura femminile sormontata dallo stemma del paese. Dai due rosoni e dalla bocca della testa fuoriescono tre getti che ricadono in tre tazze incavate nel fondo della vasca.

La struttura nella parte superiore termina nella cornice di un frontone di stampo classico, nel cui timpano triangolare, pure formato da blocchi di pietra, è inserita la scritta, in numeri romani, 1866, probabile anno della sua fabbricazione.